PD. Paura (della) Debacle.

http://www.repubblica.it/politica/2013/02/05/news/monti_attacca_la_lega_alimentano_populismo_e_non_respinge_l_apertura_di_bersani-52012526/?ref=HREA-1

Monti e Bersani pronti all’accordo. Poi precisano: “Per fare le riforme”.

Per certi versi, nessuna novità: è da qualche mese che va avanti. Si è sempre parlato, infatti, della necessità di una convergenza post-elettorale finalizzata alla riforma delle architetture istituzionali, delle cosiddette “regole del gioco”. era ed è il più classico dei tranelli: nel breve periodo consente a uno come Vendola di poter dire ai suoi: “se accordo ci sarà, lo faremo solo sulle regole del gioco”; nel medio e lungo periodo, a governo costituito, permette di ascrivere qualunque comune pastrocchio all’intesa sulle regole del gioco, anche qualora non c’entri niente con le regole del gioco.

Adesso però queste cautele retoriche stanno venendo meno. Monti parla di riforme “strutturali”, che non necessariamente coincidono con quelle istituzionali e che, anzi, investono ambiti di estrema sensibilità politica (lavoro, fiscalità, ricerca, solo per dirne alcuni), sui quali non è possibile immaginare un accordo che non sia anche un profondo matrimonio di idee, con tutto quello che ne consegue.

Vent’anni di coalizioni traballanti, evidentemente, non sono bastati. C’è qualcosa, più forte della memoria, che riporta a galla antiche ricette: è la paura. La paura della sconfitta che, con questo passaggio, entra ufficialmente nella campagna elettorale del PD.

Adesso non siete chiamati a votare PD solo perché altrimenti vince Berlusconi. Adesso siete chiamati a votare PD anche per un fatto umano, di buon cuore: perché i “compagnucci” cominciano a cacarsi sotto.